I TRATTAMENTI ONCOLOGICI POSSONO INVECCHIARE DI 10 ANNI LA RISERVA OVARICA DELLE DONNE

- CREA consiglia alla donne che si sottoporranno ad un trattamento oncologico di preservare la fertilitá prima di iniziare la radioterapia o la chemioterapia 

 “Gli effetti dei trattamenti oncologici sulla fertilitá possono risultare devastanti”. Cosí spiega la Dott.ssa Carmen Calatayud, co-direttrice di CREA (Centro Medico di Riproduzione Assistita). Per questo motivo, consiglia alle donne che si sottoporranno ad un trattamento oncologico di preservare la fertilitá prima di iniziare la chemioterapia o la radioterapia. “Il successo della preservazione della fertilitá dipenderá in gran parte dalla celeritá d’azione”, anche se puntualizza che, “ciascun caso deve essere analizzato in maniera individuale dato che in caso di presenza di metastasi, potrebbe essere sconsigliato realizzare la stimolazione ovarica”. 

Tra le conseguenze del trattamento oncologico troviamo l’amenorrea (assenza di ciclo mestruale) e la diminuzione della riserva ovarica che arriva ad essere come se la donna avesse 10 anni in piú. 

In occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro, il 4 Febbraio, la Dott.ssa Calatayud considera fondamentale la comunicazione e la sincronizzazione tra l’oncologo ed il centro di riproduzione “ per poter agire con la maggior celeritá possibile che permetta di realizzare la preservazione della fertilitá”, allo stesso modo sollecita gli oncologi a prendere coscienza dell’importanza di poter ricorrere a terapie che, pur essendo ugualmente efficaci per il trattamento oncologico, danneggino il meno possibile la fertilitá della donna. 

La Dott.ssa Calatayud vuole trasmettere tranquillitá e speranza a quelle donne che soffrono di cancro e desiderano essere mamme, “grazie ai progressi nella preservazione della fertilitá, una donna che ha il cancro non é condannata a rinunciare ad una futura maternitá”. 

CREA, punto di riferimento a livello nazionale nel campo della riproduzione assistita, é stato uno dei primi centri ad abbandonare il classico metodo della congelazione a favore della vitrificazione dato che mantiene gli embrioni a bassa temperatura ed evita la formazione di cristalli intracellulari, per cui si riduce al minimo il danno cellulare dovuto alla crioconservazione. “La tecnica della vitrificazione rende possibile una maggiore efficacia, permettendo una migliore conservazione degli embrioni ed un miglior tasso di attecchimento, il che significa migliori chances di gravidanza”. 
Un altro trattamento per la preservazione della fertilitá nelle donne é l’autotrapianto di ovaio che consiste nel trapiantare l’ovaio in una zona lontana dall’area dove si riceverá la radioterapia affinché questa non danneggi la riserva ovarica. Nei casi in cui viene reimpiantato il tessuto ovarico, non solo viene preservata la fertilitá, ma si puó inoltre recuperare la funzione endocrina dell’ovaio. 

In merito alla preservazione della fertilitá nell’uomo che si sottoporrá ad un trattamento oncologico, si realizzerá in primis la congelazione dei suoi spermatozoi. Si valuterá la sopravvivenza al congelamento di ogni campione congelato e a seconda del risultato si consiglierá di congelare quanti campioni sia possibile prima dell’inizio della terapia. 

La Dott.ssa Calatayud conclude affermando che “la preservazione della fertilitá é per tutte quelle donne e tutte quegli uomini che, per motivi medici o di altra natura, decidono di conservare il proprio materiale genetico per poter posporre i propri desideri riproduttivi”  e che “grazie ai progressi nella preservazione della fertilitá, la comparsa di un cancro, non presuppone la rinuncia ad avere figli.”