UNA NUOVA TECNICA NEL CAMPO DELLA RIPRODUZIONE ASSISTITA DIMINUISCE IL RISCHIO DI ABORTO E MIGLIORA LE PERCENTUALI DI GRAVIDANZA IN PAZIENTI CON PIÚ DI 40 ANNI

Uno studio scientifico realizzato da CREA conclude che l’utilizzo della tecnica CGHarray mitiga gli effetti negativi in etá avanzata

Valencia 21.10.14 Il progressivo aumento dell’eta in cui le donne hanno il primo figlio, oltre i 30 anni, é sempre piú frequente sia in Spagna che nel resto dei Paesi europei. La ricerca di una stabilitá economica e lavorativa ci porta a ritar-dare la maternitá. 

É un fatto noto che la fertilitá diminuisca progressivamente man mano che au-menta l’etá della donna, dato che si riduce gradualmente non solo la quantitá ma anche la qualitá dei suoi ovociti, pertanto, ci sono sempre piú donne di etá avanzata che si rivolgono ai centri di riproduzione assistita alla ricerca di una gravidanza. 

Nonostante i miglioramenti che ci sono nelle tecniche di riproduzione assistita, le percentuali di gravidanza che si ottengono con la Fecondazione In Vitro nelle donne a partire dai 38 anni sono inferiori a quelle ottenute in donne piÚ giovani dato che si ottengono meno embrioni, di qualitá piú bassa e con maggior probabilitá di aneuploidie (alterazione nel numero di cromosomi). 

Lo Screening genEtico pre-impianto (SGP) permette di analizzare le anomalie cromosomiche negli embrioni ottenuti mediante fecondazione in vitro e trasferi-re nell’utero materno embrioni euploidi, ovvero, con il giusto numero di cromo-somi. La tecnica utilizzata per lo SGP dal 1997, chiamata F.I.S.H., permetteva di analizzare una serie limitata di cromosomi che sono coinvolti negli aborti ma, molti altri cromosomi, non venivano analizzati. Con il passare degli anni si é sviluppata una nuova tecnica denominata CGHarray, che permette di analizza-re i 24 cromosomi dell’embrione in modo rapido ed efficiente. 

L’utilizzo di questa tecnica in pazienti di etá avanzata che realizzano una fecondazione in vitro sembrerebbe aumentare le percentuali di gravidanza e ridurre quelle di aborto, dato che permette una selezione degli embrioni senza aneuploidie per il transfer in utero. Ma bisogna tenere a mente che l’SGP non puó “curare” l’embrione, ovvero, se l’embrione presenta un’alterazione nel numero dei suoi cromosomi non puó essere riparato, pertanto se tutti gli embrioni della coppia risultano affetti da qualche alterazione, non sará possibile ottenere nessun embrione “sano” da poter trasferire. 

Qui a CREA (Centro Medico di Riproduzione Assistita di Valencia) abbiamo realizzato un’analisi di revisione di tutti i casi di SGP con CGha in pazienti con un pronostico sfavorevole per l’etá avanzata (oltre i 40 anni) o per aborti ripetuti (piú di 2 aborti) o per mancato attecchimento (transfer di 4 embrioni di buona qualitá senza ottenere la gestazione) e ne abbiamo concluso che l’utilizzo del CGHarray permette di mitigare gli effeti dell’etá materna sulle percentuali di gravidanza e di aborto. I risultati dell’analisi, presentati quest’anno al congreso della Societá Spagnola di Fertilitá, dimostrano che effettivamente, nei casi in cui dopo l’applicazione del SGP mediante CGHa si consegue trasferire embrioni euploidi, ovvero, con il giusto numero di cromosomi, le percentuali di attecchimento, gestazione ed aborto in donne di etá avanzata sono uguali a quelle d elle pazienti di etá inferiore. 

I nostri dati coincidono con altri pubblicati a livello nazionale ed internazionale che confermano quest’effetto benefico dell’utilizzo del SGP con CGHa in donne di etá avanzata. Per questo motivo, qui a CREA applichiamo la tecnica del SGP mediante CGHa in pazienti con pronostico sfavorevole fin dall’anno 2011. Alla fine dell’anno 2013 abbiamo ripassato i nostri dati per verificare il possibile effetto benefico dell’uso del CGHa in donne di etá avanzata. 
Attualmente si continuano a sviluppare nuove tecniche per semplificare e migliorare lo screening genetico pre-impianto. La combinazione di metodi specifici per la coltura embrionale fino alla stadio di blastocisti, insieme ai nuovi procedimenti basati sull’utilizzo della tecnología Laser per la biopsia dei blastomeri, permette di migliorare ulteriormente le opzioni di gravidanza. 

E’ sempre piú frequente la presenza di donne in etá avanzata nei centri di me-dicina riproduttiva. Per questo motivo, tali risultati sono incoraggianti al fine di ottenere un miglior pronostico di gravidanza e di nascita di un bimbo sano in queste pazienti. 

Nonostante e al di lá di questi miglioramenti, vogliamo ricordare quando sia importante che le donne siano coscienti del fatto che la riuscita delle tecniche di riproduzione assistita diminuisce in etá avanzata, per il fatto di avere meno ovociti e di peggiore qualitá, il che implica un rischio maggiore di avere embrioni con piú alterazioni cromosomiche. Inoltre, non bisogna dimenticare che le gestazioni in donne di etá avanzata sono associate a maggiori complicazioni, quali diabete gestazionale, pre-eclampsia o parto prematuro. 

Pertanto,risulta fondamentale informare correttamente le coppie, incitarle ad avere figli in etá piú giovane e nei casi in cui ció non sia stato possibile, incora-ggiarle a rivolgersi a centri specializzati il prima possiible affinché possano aiu-tarli a raggiungere il loro sogno di diventare genitori.