IL CONSUMO DI DROGHE HA UN EFFETTO NOCIVO SULLA GENERAZIONE DI SPERMATOZOI E SULLA FERTILITÁ MASCHILE


Lo studio sui possibili effetti positivi della marihuana sul liquido seminale deve essere interpretato con cautela.  


Negli ultimi anni, diversi studi hanno dimostrato un effetto nocivo della cannabis e del consumo di marihuana sulla generazione degli spermatozoi, sia negli animali che nella specie umana e, pertanto, sulla fertilitá maschile. 

Tuttavia, nei giorni scorsi i media hanno riportato una notizia sui possibili effetti positivi della marihuana sul liquido seminale, partendo da uno studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health, scuola di salute pubblica dell’Universitá di Harvard a Boston,  Massachusetts (USA) e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Human Reproduction.  

Secondo il parere del Dott. Miguel Ruiz Jorro, co-direttore di  CREA, centro medico di riproduzione assistita di Valencia specializzato in Andrologia, “questo studio deve essere interpretato con cautela, dato che espone i risultati osservati in un gruppo specifico di pazienti che consultavano per infertilitá ed ai quali é stata realizzata un’inchiesta sul loro consumo abituale di droghe illegali, tra cui marihuana e cocaina. 

Confrontando i risultati delle analisi del seme, i pazienti che avevano risposto di aver consumato marihuana almeno una volta nella vita o di fumarne ancora, presentavano una conta spermatica maggiore. Questo dato si potrebbe interpretare come che il fatto di fumare marihuana migliori il seme e la fertilitá dell’uomo e pertanto minerebbe ció che molti studi finora hanno affermato riguardo gli effetti deleteri della marihuana sul liquido seminale. Senza dubbio, questi studi hanno avuto la stessa o maggiore ripercussione scientifica e sono stati anch’essi pubblicati su riviste di ambito internazionale, ma non hanno avuto lo stesso interesse mediatico. Affermare che fumare marihuana puó migliorare il seme sembra, senza dubbio, qualcosa di assolutamente innovativo”.

Come possibile spiegazione del paradossale risultato osservato nello studio di questo grupo scientifico, gli autori indicano che, analizzando i dati, hanno inoltre osservato che i pazienti che non avevano mai fatto uso di marihuana, avevano livelli di testosterone píú bassi rispetto ai pazienti che ne avevano fatto uso almeno una volta, e che livelli endogeni piú alti di testosterone si associano ad una conta spermatica piú elevata.  “Questa relazione causale potrebbe spiegare la conta spermatica piú elevata osservata in questo gruppo di pazienti, che presentavano inoltre un consumo maggiore di tabacco ed alcool, abitudini chiaramente legate ad un potenziale riproduttivo peggiore nell’uomo”, commenta il Dottore. 

Un’altra limitazione dello studio é che il consumo o no di marihuana non é stato stabilito mediante un’analisi del sangue o di altro tessuto del paziente, bensí da un’indagine nella quale i pazienti indicavano in maniera volontaria se erano stati consumatori abituali di marihuana o se l’avevano consumata occasionalmente. 

 “Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che, nella zona in cui é stato realizzato il sondaggio, il consumo di marihuana é illegale ed il suo consumo puó avere inoltre una ripercussione sulla copertura dell’assicurazione medica, per cui ci potrebbero essere stati pazienti che non hanno voluto segnalare quest’abitudine nel sondaggio”, spiega il Dottore. Ed aggiunge: “Con questo non voglio dire che i risultati dello studio siano falsi o non abbiano interesse scientifico.   La cosa importante é saperli interpretare come ció che sono: dei risultati ottenuti partendo da un gruppo di popolazione molto specifico e che, come gli stessi autori indicano, non possono essere estrapolati alla popolazione generale. 

Numerosi studi, alcuni molto recenti, hanno dimostrato l’effetto nocivo della cannabis e dei suoi derivati sulla spermatogenesi e la fertilitá maschile. É inoltre possibile che l’informazione genetica degli spermatozoi venga danneggiata, per cui le conseguenze non si limiterebbero semplicemente al paziente, ma possibilmente anche alla sua discendenza. Per non parlare delle ripercussioni a livello neurologico. Lo stesso accade con l’abuso di alcool e di tabacco, che non solo possono essere causa di diverse malattie gravi, ma possono inoltre danneggiare la fertilitá ed avere ripercussioni negative sulla salute della discendenza, dato che l’integritá del DNA degli spermatozoi viene alterata. 

D’altro canto, molti altri studi hanno concluso che una dieta equilibrata ed uno stile di vita salutare migliorano la qualitá del seme ed il potenziale riproduttivo maschile.  

Secondo Minerva Ferrer, Direttrice scientifica di CREA e collaboratrice negli studi realizzati sull’effetto in vitro della cannabis sugli spermatozoi, “divulgare che, in maniera generica, il consumo di marihuana possa migliorare il seme, come si potrebbe evincere in maniera erronea dalle conclusioni di un studio concreto, non solo potrebbe offrire un’idea sbagliata, ma avere anche un effetto negativo sulla popolazione, specialmente su quella implicata in un progetto riproduttivo. Con questo non solo ci riferiamo ai pazienti con problemi di fertilitá ma anche ai possibili candidati come donatori di seme”.  

Qui a CREA, come centro di riproduzione specializzato in Andrologia, consigliamo, di fronte a un problema di fertilitá, che venga realizzata una valutazione clinica del paziente per identificare e trattare qualunque fattore che possa influire sul pronostico di gravidanza o sulla salute della discendenza. Oltre a realizzare un analisi del seme, si deve realizzare un’anamnesi precisa e, in certi casi, una serie di esami complementari che permettano di determinare come migliorare la qualitá del seme ed aumentare la conta spermatica.    

“In generale, uno stile di vita salutare ed una dieta equilibrata potrebbero migliorare le aspettative, ma la cosa piú importante é, indubbiamente, valutare ogni caso in maniera personalizzata”, conclude il Dott. Ruiz Jorro.